Uno studio dell’Oms conferma gli effetti sulla salute del Pm 2,5 ma anche di ozono e biossido di azoto. Il commissario Potočnik: “Entro l’anno livelli più stringenti per tutelare la salute”
Campanello d’allarme a Bruxelles. L’ Unione europea si prepara a rivedere entro l’anno, potenziandole, le sue politiche in materia di qualità dell’aria. I dati appena diffusi, commissionati dagli uffici belgi all’ Organizzazione mondiale della sanità, non lasciano dubbi e aggiungono elementi di preoccupazione a quanto già si sapeva: “ L’esposizione a lungo termine al particolato fine, il Pm 2,5, può provocare l’ arteriosclerosi, disturbi alla nascita e malattie respiratorie tra i bambini”, si legge nel documento dell’Oms che ha fatto ballare sulla sedia il commissario all’Ambiente Janez Potočnik. Non finisce qui: il rapporto consegnato alla Commissione, battezzato Review of evidence on health aspects of air pollution (Revihapp), traccia anche un possibile legame con lo sviluppo neurologico generale, le funzioni cognitive e il diabete. Confermando il collegamento tra il temibile Pm 2,5 (un particolato fine, in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie quando si respira con la bocca) e i decessi legati a malattie cardiovascolari e respiratorie. Insomma, le vecchie tattiche non bastano più. È tempo di rivedere il piano. E lo studio indica anche dove puntare.
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01 febbraio 2013 di Simone Cosimi – Wired.it
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